In un’epoca in cui è possibile acquistare l’abbigliamento online grazie a un semplice click potrebbe sembrare impossibile che nelle fabbriche tessili dove si realizzano i tanti ambiti abiti griffati si muoia ancora per via delle pessime condizioni lavorative di chi produce i jeans che magari indossiamo anche in questo preciso momento. Eppure è così, nonostante se ne parli veramente poco: basti pensare che l’11 settembre del 2012 oltre 300 lavoratori sono morti nel rogo della Ali Enterprises, una fabbrica tessile che produceva in Pakistan jeans destinati all’Europa e agli USA, e solo due mesi più tardi è toccata la stessa sorte a oltre 110 operai tessili che cucivanomagliette di Topolino e tanti altri personaggi Disney nella fabbrica Tazreen Fashions. Al di là del possibile dolo per mano di concorrenti stranieri, certe tragedie sono dovute anche alla negligenza dei grandi brand che, pur conoscendo perfettamente i problemi di sicurezza della maggior parte delle fabbriche tessili, mandano avanti la produzione mettendo a rischio la vita dei tanti lavoratori i cui diritti vengono letteralmente ignorati e in tanti casi calpestati.
Quanto detto finora dovrebbe spingerci a informarci sulle effettive condizioni lavorative di chi produce i capi d’abbigliamento che acquistiamo sia online che offline. Tutto ciò però non va fatto ‘solo’ per una questione etica e morale legata al diritto di ciascun uomo di avere un lavoro quantomeno dignitoso e in linea con le norme di sicurezza, ma anche e soprattutto per il rispetto della vita altrui e propria in termini di salute. Pensandoci bene le due cose sono perfettamente collegate, dopotutto non serve un genio per capire che in un ambiante di lavoro dove non vengono rispettati i diritti dei dipendenti si potrebbe facilmente chiudere un occhio anche sui processi e materiali utilizzati per realizzare i capi che poi finiscono nelle vetrine. Alcuni materiali sono addirittura tossici e non è detto che ledano solo lasalute degli operai tessili ma pure la nostra, anche se va detto che finora non vi sono informazioni precise sulle conseguenze per la salute di chi acquista e indossa certi capi d’abbigliamento. Tuttavia il fatto che due colossi della moda come Zara, Tezenis, Calzedonia e Victoria’s Secret si siano impegnati ad eliminare tutte le sostanze nocive presenti nei loro indumenti, dovrebbe farci ampiamente riflettere prima di acquistare un vestito solo perché apparentemente bello e firmato.